(l’ho scritta di getto: se ci sono errori o dimenticanze, non me ne volete, ok?)
[:S][:S][:S] 100per cento c’è [:S][:S][:S]
La pioggia del venerdì, protrattasi fino a tarda sera, mi aveva messo di cattivo umore. Ma, in fondo alla mia biker soul, sapevo che le funeree previsioni meteo postate dal buon Polgia erano più dettate dalla voglia di far compagnia a Sweet Agnes e a “Polgino”, che da una lettura obiettiva della realtà. Inoltre avevo due certezze incrollabili: 1, nemmeno la neve avrebbe impedito a Jazz di raggiungere il piazzale di Civenna, che ospita la Cappelletta della Madonnina del Ghisallo, inequivocabilmente IN MOTO!!! 2, se il prode Arcaem non si fosse presentato alle 8,30 davanti a Pogliani, troppo l’avremmo preso per il c..o nei secoli a venire!!! Né l’uno né l’altro, quindi, avrebbero potuto mancare.
Così, all’una circa di Sabato mattina, postavo: chi c’è c’è, chi non c’è “ciccia”! E alle 6.50, prima del suono della sveglia, aprivo gli occhi più che convinto che, indipendentemente dal tempo, avrei raggiunto la meta insieme ad altri pazzi scatenati sulla mia fida “919”.
Il freddo del mattino, l’umidità lasciata dalla pioggia ormai passata ed una buona colazione facevano il resto: ormai perfettamente sveglio, prima delle 8 ero in moto, accuratamente intabarrato nel mio equipaggiamento da vero biker, sia pure con qualche accorgimento, magari più alla Claudio Villa che da “Easy Rider” duro e puro (tipo la tuta sotto i pantaloni di pelle, vero Willy?).
Uscito di casa, una prima “svirgola” sulle variopinte foglie di robigna, cadute sulla strada come nella migliore tradizione autunnale lombarda, mi facevano capire che, questa volta, non ci sarebbe stato spazio per le pieghe mirabolanti azzardate sul Muraglione dai real bikers di 100percento: o si va piano, o si va per terra!
Arrivato, alle 8,15, al luogo deputato all’appuntamento (Pogliani, appunto), la presenza di una fluorescente trans-tuta anti acqua, in sella ad un’assolutamente unica Hornet “S” grigia, mi faceva pensare che anche l’altro “bocia” del gruppo, il “pluriregolabile” KTM, aveva risposto all’appello: 100percento c’è!!!
Galvanizzato dall’idea di non essere l’unico matto a voler andare in moto a tutti i costi, e con l’entusiasmo che (a parte il sesso, ma lo dico solo per evitare battutacce) solo una bike-girata in compagnia ormai mi sa dare, cominciavo a rilassarmi e a pregustarmi la giornata a venire.
Pochi convenevoli, svestizione parziale per poter salutare anche un gruppo di Fazeristi anch’essi in attesa di volgere le “prue” verso Lecco, ed ecco un altro immancabile del gruppo, Anemo, presentarsi regolarmente nel luogo ed ora pattuiti, solo che era “sardomunito”, cosa inevitabile dato che Derelitta, Yado ed il nostro graditissimo ospite della Colonna Bolognese: Silvio il bagnino (okkio femmine!), avevano fortunatamente deciso di unirsi a noi per questa uscita.
Pochi minuti ancora, durante i quali si faceva la conta dei presenti e dei dormienti, ed ecco Highlander e Desmononna (grande! Unica donna real biker, non si è fermata di fronte a quattro gocce d’acqua, così si fa!!!), Arcaem (gli è andata bene, sennò sarebbe stato un massacro! Parola di Glandvak!), Angelo (con gomme “rain” per l’occasione, vero? Praticamente era sulle tele!!!), Horny e zavorrina (l’altro screaming cheef Scott Russel replica del gruppo, si vede che te ne intendi!) ed infine, un po’ in ritardo come una prima donna, quell’animale da raduno di Jazz61 (fa anche rima).
Preso atto che Willy aveva mollato il colpo per via della febbre a 39, sopraffatti dall’entusiasmo per il viaggio “epico” che ci aspettava, il gruppo si metteva in marcia alle 9,00, nel pieno rispetto del programma postato da La Bionda (sfortunata organizzatrice, bloccata dal collarino per un incidente – non in moto – ha dovuto raggiungerci in macchina con Polgia e Sweet, ma non ha mollato comunque: analgesici “come se piovesse”, ed un bel po’ di sassella hanno aiutato molto; ma so che le è costato molto non essere in moto!).
Non appena in “Valassina”, dopo la prima “ovvia” accelerazione davanti all’altrettanto inevitabile pattuglia della Polstrada, la moto di Angelo (uno che, evidentemente, le cose le prepara con largo anticipo), si fermava di colpo, e mentre tutti noi altri ci si chiedeva che potesse essere successo, il noto amante delle sonorità latino-americane mi faceva segno di essere senza benza! Vabbè, breve uscita dalla Milano-Lecco per il pieno (durante la quale un redivivo Willy, nel disperato tentativo di raggiungere la comitiva, ci superava, senza che ce ne accorgessimo né noi né lui, credo a 300 Kmh, proprio lui che di solito viaggia rispettando sempre rigorosamente i limiti del Codice).
E via così, per la “Valassina” prima e poi per la Statale, a velocità turistica a causa della pioggerellina, degli autovelox e del fermone in testa al gruppo, cioè io.
Lungo la strada, ci accorgevamo che erano tanti i motociclisti che, come noi, avevano deciso di radunarsi davanti alla Madonnina del Ghisallo ad ogni costo. Questa del Lago di Como è la zona delle Moto Guzzi, ed infatti se ne vedevano di ogni tipo: nuove e vecchie, special preparate da Ghezzi & Brian e vecchi rottami indistruttibili ancora in marcia: un doveroso scambio di saluti con tutti, a ricordare che le due ruote rappresentano la passione comune, ciò che fa aggregazione al di là di ogni preconcetto, di fede giappista o italofila, di età, credo politico, sesso e perfino religione. Un saluto per ricordare che 100percento c’è!!!
E mentre, in questo contesto motovariopinto, ci avvicinavamo sempre di più al luogo dell’incontro, mentre la condensa dentro al casco e qualche goccia d’acqua cominciavano a farsi sentire, mentre respiravo l’aria fredda dell’Autunno e mi sentivo vivo e libero, ecco davanti al nostro gruppo di temerari apparire maestose le Prealpi lombarde!
Immerse nelle minacciose nubi nere cariche dell’acqua che di lì a poco avrebbero rovesciato abbondante, incendiate da tutte le sfumature dei rossi e dei gialli con cui l’Autunno incipiente aveva donato l’ultimo bacio alle foglie prima che potessero tornare nel cerchio della vita, ci attendevano come il difficile sentiero che da sempre attende i Cavalieri che devono percorrere una lunga difficile via per espugnare la Rocca dove li attende la giusta ricompensa (non pensate alle “grazie” di qualche Principessa: in questo caso si trattava di polent’uncia e porchetta alla brace; e più che sangue di Drago si sarebbe versato del vino, anzi dell’ottimo vino “Sassella”, in quantità pari, questo sì, al sangue di un Drago grosso!!!).
Ancora una breve sosta per raccogliere Robygiò (perché 100percento c’è), che in realtà, avremmo scoperto poi, era già stato raccolto dall’indiavolato Willy, e poi attaccavamo “l’escursione alla vetta”.
Indossata a questo punto la tuta “antisfiga”, rigorosamente incolonnati, con Desmononna (mitica!) sempre perfettamente al passo, in quel di Erba cominciavamo la nostra ascensione tra casolari alpini, profumi autunnali, automobilisti inconsapevoli (di quanto bello sia andare in moto) ed increduli (di quanti pazzi ci siano che non rinunciano al loro sogno anche se fa freddo e umido), costeggiando il lago di Segrino, uno specchio d’acqua cui l’alternarsi delle stagioni dà un fascino diverso ogni volta che lo si osserva, sotto una pioggia sempre più insistente e sopra un manto stradale sempre più scivoloso, raggiungevamo, infine, Civenna e la Cappella della Madonnina del Ghisallo.
Continua…
Statistiche: Inviato da garavak — lun nov 03, 2003 5:42 pm